GERMANIA: ST. PAULI IN CAMPO CON LA MAGLIA “NIENTE CALCIO PER I FASCISTI”
Il club di Amburgo è famoso per la sua lotta a ogni discriminazione: domani, in campionato, lo sponsor lascia libero lo spazio sulla divisa per un messaggio di sensibilizzazione.
Il calcio aggrega, il St.Pauli unisce. La società di Amburgo è unica al mondo. Nelle curve di tutte le altre squadre, per quanto unite, si trovano ideologie diverse, filosofie distanti. Al St. Pauli no. Lì da sempre si lotta contro le discriminazioni di qualsiasi tipo, si lotta contro il razzismo e l’antisemitismo. Tutti insieme, tutti uniti. Per questo il St.Pauli è un’ideologia, un modo di pensare e di interpretare la vita prima ancora che una squadra di calcio. Impensabile che i suoi tifosi siano di destra, impensabile siano omofobi o abbiano pensieri sessisti. Nella partita di campionato (2. Bundesliga, la seconda divisione) che si giocherà domani sera con la Red Bull Lipsia, il St. Pauli (col permesso della DFL) scenderà in campo con una scritta molto particolare che coprirà gran parte della maglietta: “Niente calcio per i fascisti”. Per far sì che la scritta fosse possibile e leggibile, la Congstar, sponsor principale del club, lascia libera la maglia. È solo l’ultima di una serie di iniziative per sensibilizzare la gente anche oltre il giorno mondiale della memoria (27 gennaio).
Coreografie mai banali per i tifosi del St. Pauli
INIZIATIVA — La scritta sarà presente sulle maglie del St.Pauli solo per la prossima partita di campionato, ma già nelle ultime settimane si sono tenute varie conferenze per parlare di nazismo, omofobia e razzismo. La frase “Niente calcio per i fascisti” non è nuova per il St. Pauli: da anni è presente su uno dei cartelloni che circondano il terreno di gioco allo stadio. Tanto che nel 2014, in occasione di una partita giocata dalla nazionale tedesca, la DFB decise, per tenersi lontana da slogan politici, di coprire tale scritta. Fu l’allora presidente della federcalcio Wolfgang Niersbach (poi coinvolto nello scandalo per le assegnazioni del mondiale 2006) a chiedere scusa ai tifosi del St. Pauli definendo la decisione “del tutto sbagliata”. Perché per il St. Pauli si tratta di una missione: discriminazioni, omofobia e razzismo non c’entrano col calcio che piace a loro. Un calcio che deve unire, non solo aggregare.