
Il prossimo 12 Aprile a Ravenna ci sarà la manifestazione nazionale “Usciamo dalla camera a gas” indetta da comitati e associazioni ambientaliste.
Come libertari/e invitiamo alla partecipazione e alla formazione di uno SPEZZONE LIBERTARIO, ANTICAPITALISTA E ANTIMILITARISTA per portare assieme ai contenuti ecologisti anche una ferma opposizione alle politiche economiche e di guerra dei padroni, in cui i progetti strategici e politico-economici legati agli idrocarburi e al gas si inseriscono, ancor più dopo il conflitto in Ucraina e la riduzione dei flussi di gas russo verso il continente europeo.
Negli ultimi anni il consumo di gas in Italia é calato rispetto al passato: consumiamo circa 60 miliardi di metri cubi di gas all’anno che importiamo dall’estero, in più ne produciamo altri 3 miliardi. Il GNL (gas liquefatto) che arriverà al rigassificatore di Ravenna da Qatar, Algeria e Stati Uniti, che all’anno garantirà dall’8% al 10% degli approvvigionamenti italiani, oltre ad avere costi economici e un impatto ecologico molto superiori rispetto al gas prodotto con le tecniche tradizionali, é un di più che l’Italia venderà ai paesi dell’Europa centrale. Il governo Meloni, in continuità col precedente esecutivo Draghi, e in piena sintonia con la Commissione europea, vuol far diventare l’Italia un hub del metano nel Mediterraneo. Oltre ai nuovi rigassificatori, infatti, è previsto il raddoppio del gasdotto TAP, in cui Snam è implicata, che da Melendugno (Lecce) porta il gas dell’Azerbaijan verso il nord Italia e l’Europa.
Il vero problema è la domanda di energia che cresce sempre di più invece di diminuire, come sarebbe necessario. I presupposti stessi del sistema capitalista si basano su un’iperbole di crescita infinita, a livello economico, industriale e tecnologico. Cementificazione e produzione industriale di massa, spesso di merce di veloce deperimento, hanno un impatto energetico e quindi ecologico devastante, solo per citare alcuni dei molteplici aspetti che rendono impossibile in un mondo così organizzato (e imposto) un decremento del fabbisogno globale. Ma ora la domanda di energia sta crescendo in un modo mai visto prima, con gli investimenti pubblici e privati che si stanno concentrando in produzioni energivore come l’hi-tech, il digitale, i data center, l’automazione, l’industria militare e l’aerospaziale.
I piani di riarmo dell’Europa (ReArm EU) e quelli per l’approvvigionamento e la transizione energetica (RePower EU), dal gas al nucleare ma che non tralasciano le stesse “rinnovabili”, rispondono alle medesime logiche del complesso militar-industriale e viaggiano su un binario parallelo.
Mentre UE e Italia si apprestano a spendere centinaia di miliardi di euro per l’acquisto di armamenti e la costruzione di grandi opere e rigassificatori, non un euro é giunto degli 1.2 miliardi del Pnrr promessi da Von Der Lyen e struttura commissariale per le persone alluvionate dell’Emilia-Romagna, mentre continuano come sempre i tagli a sanità e spesa sociale per dirottare fondi verso Interno e Difesa. Ordine poliziesco e opzione militare, guerra interna e guerra esterna, sono sempre più connessi. Il nuovo ddl sicurezza, con più tutele e poteri alle polizie e repressione sfrenata contro chi protesta, si situa perfettamente in questo contesto.
In un presente segnato da conflitti, massacri e genocidi che si stanno compiendo davanti ai nostri occhi – pensiamo solo a quello in corso nella Striscia di Gaza, commesso per mezzo delle armi che transitano anche nel porto di Ravenna – non può esserci ecologismo possibile senza antimilitarismo e anticapitalismo.
Per questo ci troviamo il 12 Aprile a Ravenna, alle 14.00, al concentramento di Piazzale Aldo Moro.
LA ROMAGNA LIBERTARIA